MARZAMEMI, la MOVIDA della provincia di Siracusa. Un esempio di sviluppo turistico.
Marzamemi è un borgo marinaro del comune di Pachino da cui dista circa 2 km, è inoltre situato a 20 km da Noto, capitale del barocco. Si trova in provincia di Siracusa
Negli ultimi 15 anni Marzamemi è diventata, l’attrattiva principe per la Movida in Provincia di Siracusa.
Questo bellissimo borgo marinaro attrae giovani e meno giovani da tutte le parti della provincia, da ogni angolo della regione e turisti da tutto il mondo. Questo borgo si è strutturato per divenire meta preferita dove trascorrere pomeriggi e serate da parte di tutti coloro che orbitano nella provincia siracusana. La bellezza del luogo, si è strutturata turisticamente e attorno è nato un sistema economico che rende quella zona un’attrazione unica. La spiaggia durante le ore diurne è sempre affollatissima, ma è all’ imbrunire che il calore della movida si fa sempre più pressante. Musica e locali rivolti principalmente ad un target giovanile fanno da cornice ai colori e al paesaggio che ricordano la Sicilia e la sicilianità. Il punto di ritrovo delle attuali generazioni giovanili. Andare a Marzamemi oggi è Cool . Ma il borgo accoglie gente di ogni età con i suoi locali e ristoranti e il suo lungomare. Nel tempo si sono strutturati dando vita ad un sistema di parcheggi organizzati.
Uno sviluppo organico che dopo 40 anni, ha visto i suoi frutti.
Dal porto di Marzamemi, in passato, partivano anche navi che trasportavano grandi quantità di vino prodotto localmente verso i diversi porti della penisola. Il vino veniva trasportato anche da treni merci verso varie località estere, essendo stata Marzamemi fornita di stazione ferroviaria.
Fino al 31 dicembre del 1985, era raggiungibile anche tramite i treni viaggiatori della ferrovia che da Siracusa e Noto, costeggiando il territorio della Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari, raggiunge Pachino.
Ulteriore fonte di sviluppo è la pesca e la lavorazione di prodotti ittici: famosa è, ad esempio, la bottarga di tonno rosso, lavorata usando artigianalmente
Nel primo lunedì di agosto dopo il Ferragosto, si festeggia san Francesco di Paola, con una processione di barche, cuccagna a mare e una regata.
Marzamemi è diventata anche una Grande attrattiva per il cinema e la televisione.
Nel 1993 il borgo storico è stato utilizzato come location dal regista Gabriele Salvatores per il film Sud, con protagonisti gli attori Silvio Orlando, Claudio Bisio e Francesca Neri. Film contenenti scene girate a Marzamemi sono Kaos dei fratelli Taviani, I Malavoglia di Pasquale Scimeca, L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, Mario e il mago di Klaus Maria Brandauer, Oltremare di Nello Correale, Cuore Scatenato di Gianluca Sodaro, Tra due mondi di Fabio Conversi, oltre alle serie televisive Il Commissario Montalbano e Blindati di Claudio Fragasso, e a programmi televisivi come Linea Verde, Geo&Geo, Sereno Variabile, Pianeta Mare, Lineablu.
Di quest’inverno una puntata della famosa serie Immaturi trasmessa su canale 5, in buona parte girata a Marzamemi.
Dal 2000 Marzamemi ospita il Festival del Cinema di Frontiera
L’origine del nome
L’origine del nome Marzamemi è controversa: secondo alcuni deriverebbe dalle parole arabe marza (‘porto’, ‘rada’, ‘baia’) e memi (‘piccolo’), mentre secondo il glottologo netino Corrado Avolio, nel suo Saggio di toponomastica siciliana, il toponimo deriverebbe dall’arabo marsà ‘al hamam, cioè ‘baia delle tortore’, “per l’abbondante passo di questi uccelli, in primavera”. Simone Sultano, parroco di Pachino tra il 1885 e il 1944, rileva invece come alcuni lo fecero erroneamente derivare da marza e memi, ‘pidocchio’, perché le madri solevano dire questa parola ricercando i parassiti tra i capelli dei figli. Antonino Terranova, infine, nel volume Pachum Pachynos Pachino, storie e leggende da Pachino a Capopassero, cita anche un’altra tesi, secondo la quale “Memi” sarebbe riferito ad Eufemio, l’ex comandante della flotta bizantina il quale, ribellatosi all’imperatore Michele II l’Amoriano, passò dalla parte degli Arabi e con loro iniziò la conquista dell’isola. Marzamemi significherebbe dunque ‘porto di Eufemio”
Storia
Il borgo è nato attorno all’approdo, poi divenuto porto da pesca, e si è sviluppato grazie a quest’ultima attività, molto praticata ancor oggi, dotandosi anche di una Tonnara, tra le più importanti della Sicilia. La tonnara di Marzamemi risale al tempo della dominazione degli arabi in Sicilia. Nel 1630venne venduta dal proprietario al Principe di Villadorata. I Villadorata potenziarono i fabbricati della tonnara portando da Avola e da Siracusa degli abili carpentieri, che poi rimasero residenti a Marzamemi.
Nel 1752 costruirono il palazzo e la chiesa della tonnara, e le casette dei marinai.
Nel 1912 fu costruito a Marzamemi uno stabilimento di lavorazione del tonno salato e in seguito del tonno sottolio. La pesca della tonnara fu abbondante fino al dopoguerra. A Marzamemi si effettuavano due mattanze ogni giorno: una al mattino ed una nel primo pomeriggio. “La camperia era lo stabilimento conserviero addossato alla loggia ed al palazzo del Principe, i ruderi del quale, delimitati dalla Via Jonica, dalla via Marzamemi e dalla via Letizia, sono riconoscibili per l’alto fumaiolo quadrilatero (ora a rischio di crollo). In origine i fumaioli erano due, ma il più maestoso crollò nel 1943 in seguito ai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. Lo stabilimento nell’ultimo periodo funzionava per conto dell’industria per la conservazione del pesce di Angelo Parodi di Genova. Addetti alla lavorazione erano specialisti genovesi (come per le altre tonnare della zona) come genovese ne era il direttore, per il quale nell’ambito dello stabilimento stesso fu costruito un alloggio al primo piano. Le scatolette di diverse dimensioni, prodotte a Marzamemi, venivano commercializzate con il marchio di fabbrica “AP Angelo Parodi Genova – Tonno all’olio puro di oliva – Lavorazione sul posto di pesca”. Lo stabilimento, che chiuse nel 1926 per mancanza di materia prima, risorse nel 1937 per opera della nobile signorina Preziosa dei Baroni Bruno di Belmonte di Ispica. La tonnara chiuse definitivamente nel 1969”
IL PICCHIO