La casa “Re Tri Tocchi” a Fontane Bianche, leggenda o realtà. Abbiamo indagato se esistesse un fondamento storico e sembrerebbe di sì.

La casa “Re tri Tocchi” è conosciuta da ogni siracusano ormai da generazioni, chiamata così perché al suo passare la maggior parte degli automobilisti usa suonare il clacson per tre volte consecutive in segno di saluto, è posizionata presso la Contrada Arenella, sulla S.P. 106 Siracusa – Fontane Bianche, questa casa ha una parte della sua facciata lungo la strada provinciale. Si tratta di una masseria di epoca settecentesca appartenente un tempo alla nobile famiglia siracusana Giaracà.

Abbiamo cercato di studiare questa storia o per alcuni leggenda, cercando di capire se ci sia un fondo di verità o sia solo una delle tante storie farlocche di fantasmi.

La storia che è quella ufficiale, le altre sono solo invenzioni che non hanno nessun fondamento, è quella che racconta che in questa residenza agli inizi del “900 vi abitavano tre sorelle molto brutte, e che per tale motivo vennero lasciate sole e respinte da tutti non riuscendo così a sposarsi. Trascorsero la vita lì in solitudine e al momento della morte lanciarono una maledizione a chiunque passasse davanti quella casa. La maledizione consisteva nel dover onorare la loro memoria e la loro vita di silenziosa solitudine, bussando tre volte al passaggio da quella casa, che nel tempo si trasformò in suonare tre volte il clacson in segno di saluto e rispetto, chi non avesse adempiuto a questo rituale sarebbe morto con una morte atroce. Tantissime sono le testimonianze di coloro che non avendo suonato i tre colpi al loro passare avrebbero avuto lungo il tragitto incidenti stradali anche gravi o rotture improvvise dei mezzi di locomozione.

Questa casa è nota anche come “A Casa re Spiddi” (La Casa degli Spiriti) in quanto si crede che lo spirito delle tre sorelle è ancora presente nel luogo, e di notte si manifesta contro chiunque osi  provare a disturbarle. Negli anni “80 si narrava di due ragazzi che per scommessa vollero provare a trascorrere una notte  dentro quella casa, e furono picchiati selvaggiamente da presenze oscure, uno dei due a causa di quell’ episodio diventò pazzo e l’altro lasciò per sempre la città, non volendo mai parlare dell’accaduto.

Ora cerchiamo di ricostruire la storia di quella casa, per capire quanto di vero ci possa essere in questa vicenda.

Quella casa era  la residenza estiva della famiglia Giaracà, nobile famiglia siracusana dell’700-800, di intellettuali e militari. Tra tutti si ricorda Emmanuele Giarracà, poeta e patriota, nipote da parte materna di Salvatore Chindemi, apprezzato dai suoi concittadini e ritenuto figura di spicco nella società del tempo. Alla sua morte, del 5 gennaio 1885, fu anche proclamato lutto cittadino. Durante l’inverno abitavano in una casa in Ortigia (in cui è posta la lapide in sua memoria), e durante la calura estiva si trasferivano presso questa masseria. Emmanuele Giaracà aveva 4 figli maschi, uno dei quali sembrerebbe per certo avere avuto tre figlie femmine, di cui però non si ebbero più notizie, quasi come sparite nel nulla, o meglio nel dimenticatoio. Da qui parte la storia, il resto lo lasciamo a Voi. Leggenda o Realtà?

In rete e su Youtube ci sono molti video in diurna della casa, qui ve ne mettiamo uno. Ma come mai non ci sono riprese in notturna? A voi l’ardua sentenza.

IL PICCHIO