I siracusani vincevano le Olimpiadi dell’antica Grecia. Lygdamis il primo vincitore nel 648 a.C. specialità Pancrazio (lotta)
La polis di Siracusa partecipò e vinse a numerose competizioni dei più antichi e famosi giochi panellenici. Per i Greci, d’Occidente e d’Oriente, i sacri agoni erano un momento molto significativo dell’anno. I più celebri – giochi olimpici, giochi pitici, giochi nemei e giochi istmici – si tenevano tra la primavera e l’estate ed erano un’occasione unica per vedere riunito l’intero Ellade.
LE OLIMPIADI
Forse a causa del legame, che appare profondo, tra Olimpia e Siracusa, la polis di Sicilia partecipò molto presto alle Olimpiadi; il suo nome compare infatti come patria di un vincitore olimpico – di Lygdamis, vincitore del primo torneo di pancrazio, già nel 648 a.C. Il pancrazio è un antico sport da combattimento, un agone atletico, che faceva parte dell’atletica pesante di origine greca antica e consisteva in un misto di lotta e pugilato. Alla lotta e al pancrazio venivano attribuite origini mitologiche e divine: si diceva che Teseo, l’eroe vincitore del Minotauro, l’avesse insegnata agli uomini dopo averla appresa dalla dea Atena.
Questa era la 33ª edizione dei giochi, e Siracusa divenne difatti la 2ª polis dell’Occidente greco e la 17ª polis della civiltà mediterranea ad essere ascritta nei papiri olimpici. Il V secolo a.C. rappresentò per Siracusa il periodo di maggiori successi sportivi. Fu una delle poleis che si distinse in più discipline (dal combattimento, all’ippica, alla corsa; persino con addosso le armi).
La partecipazione agonistica ha accompagnato Siracusa durante tutta la sua esistenza come polis greca, poiché la sua ultima vittoria si è registrata nel 148 a.C. (158ª Olimpiade).
Le sue 15 vittorie ai giochi olimpici antichi la piazzano al 6º posto in un confronto che comprenda tutto l’Ellade (dalla costa della greca Massalia (odierna Marsiglia) alla costa africana della Cirenaica, fino ai confini orientali del mare Egeo e dell’Asia Minore), dalla nascita storica delle Olimpiadi, nel 776 a.C., fino alla conquista romana della Grecia, avvenuta nel 146 a.C.
La città, con i suoi atleti e i suoi tiranni, è stata protagonista di alcune delle pagine più discusse e famose, sia in positivo che in negativo, della storia agonistica antica.
L’Olimpiade divenne il modo dei Greci di scandire il tempo. Un ciclo olimpico era formato da 4 anni. Gli agoni di Olimpia erano così importanti che persino le guerre si dovevano fermare nel periodo della manifestazione sportiva.
Potevano partecipare agli agoni solo gli uomini di lingua e cultura greca. Nella maggior parte degli agoni si gareggiava nudi. A Olimpia le donne non potevano gareggiare (nel corso dei secoli fu concessa loro la partecipazione alle gare ippiche come proprietarie di cavalli), e alle donne sposate era vietato anche assistere ai giochi. Gli schiavi delle poleis non potevano partecipare, però, così come i barbari, potevano assistere.
Il vincitore riceveva una corona vegetale, ed essa era considerata il premio più ambito, poiché simbolo eterno di gloria. Si combatteva strenuamente per questa corona; nei giochi antichi l’importante non era partecipare, ma vincere. Questi giochi, nei quali non esisteva un premio materiale in denaro o in oggetti dal valore economico, venivano detti «i giochi della corona».
Gli atleti di Siracusa, nelle varie edizioni, riuscirono ad ottenere la corona in ognuna delle varie discipline.
Tra i più grandi trionfatori e vincitori olimpici siracusani si ricorda Ierone I
Ierone I è stato il solo greco d’Occidente a trionfare per più di una volta alla corsa con il cavallo montato. Ierone I risulta nelle liste olimpiche come il vincitore ippico più prolifico (3 o più vittorie olimpiche equestri consecutive) per il V secolo a.C.
A. VALENTI