Sono COSE NOSTRE. Quanti e quali interessi dietro il Teatro Greco di Siracusa e Taormina? Silenzio siamo siciliani.
Ieri guardando su Rai Uno una trasmissione dedicata a Lucio Dalla , mi è venuto in mente quando nel lontano 2 ottobre 1988 insieme a Gianni Morandi fecero un concerto in diretta Tv su Rai Uno al Teatro Greco di Siracusa.
Quella fu una delle storiche e rarissime eccezioni. Il nostro Teatro Greco è intoccabile quando si parla di musica leggera, figlio di un accordo non scritto e scellerato che potrebbe nascondere molte cosine che prima o poi usciranno fuori, per il quale a Siracusa va il quasi monopolio delle rappresentazioni classiche e a Taormina tutto il resto. Tutto ben camuffato da improbabili fragilità del nostro Teatro che per due mesi (per una sessantina di spettacoli) fragile non è ma poi lo diventa, che resiste ad ondate di scolaresche nel mese di Maggio ma non può ospitare Eros Ramazzoti, De Gregori o i Negramaro (per citarne alcuni che come noto hanno fans particolarmente esagitati) per un totale di 7-10 serate al massimo tra Luglio ed Agosto. Nessuno dice nulla, nessuno indaga veramente, è stato così da sempre e deve restare così per sempre. Mutismo e rassegnazione. Siamo i Giullari di corte di Taormina, di Catania e di Palermo e non vedremo mai la luce. Figli di una classe politica poco lungimirante che non riesce a vedere più lontano del proprio naso. Resteremo servi o serviti, come un bel piatto di Sardine. Esiste veramente qualcosa contro cui protestare ma a Siracusa siamo certi che si chiami solo Salvini? Questo movimento mi è di base simpatico, ma che navighi anche su altri mari, perché spesso le dittature nascoste sono peggiori di quelle proclamate. In una Sicilia dominata da sempre dal potere mafioso e mafiosistico, un dubbio a qualcuno che dietro a queste decisioni storiche, ci sia la LONGA MANUS di cose nostre innominabili? MUTISMO E RASSEGNAZIONE siamo siciliani.
S. Bellio