LA FESTA DEI MORTI IN SICILIA. Storia, tradizioni e cultura
Le origini risalgono all’anno 835, quando Papa Gregorio II, visto che la chiesa cattolica non riusciva a sradicare gli antichi culti pagani legati alla tradizione celtica DI CUI SI ISPIRA L’ATTUALE HALLOWEEN (il cui calendario indicava nel 31 ottobre l’ultimo giorno dell’anno), spostò la festa di “Tutti i Santi” dal 13 maggio al primo novembre con la speranza di riuscire, così, a dare un nuovo significato ai riti profani. Secondo l’anno druidico, il 1 novembre era il Samhain, letteralmente “tutte le anime” fine dell’anno pastorale e primo giorno d’inverno, in cui la notte era più lunga del giorno. Questa particolarità permetteva al principe delle tenebre di chiamare a sé tutti gli spiriti e poter passare da un mondo all’altro. L’intento del Papa di sradicare questo mito non riuscì. La chiesa aggiunse quindi, nel X secolo, la “Festa dei Morti” il 2 novembre, in memoria delle anime degli scomparsi. I festeggiamenti avvenivano tramite offerta di cibo, mascheramenti e falò, le usanze profane così giustificate.
In Sicilia il giorno dei morti è particolarmente sentito dalla gente.
Secondo la tradizione, nella notte tra l’uno e il due di novembre, i morti tornano a fare visita ai cari ancora in vita, soprattutto ai bambini; e a questi ultimi lasciano un regalino che poi i bambini troveranno l’indomani mattina. Tanta era l’eccitazione la mattina del due novembre, quando si andava in giro per casa a cercare il regalo che il parente defunto aveva portato durante la notte; in genere era una “pupa ri zuccaro”, oppure una bambola di pezza.
La mia generazione, per cui fine anni 70 inizi anni 80, questa tradizione l’ha vissuta in pieno, i regali tipici erano la pistola giocattolo (CAPS O GOMMINI) per lui e la bambola per lei, ma le varianti erano tante, mi ricordo che un piccolo calcio balilla mi fu regalato proprio nella ricorrenza dei morti, quel regalo lo tenni per almeno 20 anni.
La funzione di questo rito è chiara: fare in modo che i bambini tenessero nella loro mente e nel loro cuore le persone di famiglia scomparse e che magari non avevano mai conosciuto; Portare un po’ di allegria in famiglia in una ricorrenza di per sè triste, era una gioia per gli adulti vedere come si illuminassero gli occhi dei loro bambini quando questi trovavano il loro regalo.
Esiste in Sicilia anche una tradizione legata a dei dolci tipici di questo periodo, dai Totò siracusani, si passa alle varie specialità in tutta l’isola, Pupa di zucchero o Pupaccena, Ossa di morto, Rame di Napoli, ‘nzuddi, Nucatoli, Frutta Martorana varia.
Anche la Bbc si interessa alla tradizione siciliana dei morti.
Nel giorno di Halloween la Bbc ritrova la tradizione siciliana dei morti. Sul sito del network inglese un paio di anni fa si mandò in onda il 31 ottobre, il documentario “The beautiful dead“. Un viaggio pirandelliano attraverso le credenze siciliane legate al culto dei defunti, arricchito da interviste a antropologi, scienziati e scrittori.
Oggi questa RICORRENZA, che un tempo veniva definita la festa dei morti, è meno sentita, anche perché ci siamo fatti sopraffare dalla moda americana di Halloween !!! Un giorno forse non se ne sentirà più parlare !!!
S. Bellio