Le sarde a BECCAFICO, perché si chiamano così e la ricetta…Le ricette di zia Carmela

Perché questo piatto si chiama così?

Si tratta in effetti della versione più economica e popolare di un piatto molto apprezzato dagli antichi nobili e che vedeva protagonisti i beccafichi, dei piccoli uccelli molto pregiati, così chiamati perché amavano beccare i fichi. Venivano preparati ripieni delle loro stesse interiora e serviti con le punte delle piume rivolte all’insù.

Poiché la gente del popolo non poteva permettersi battute di caccia, né tanto meno aveva i soldi necessari per acquistare carne così pregiata, decise di ripiegare su ingredienti meno costosi. E così i beccafichi furono sostituiti dalle più comuni sarde e le interiora da pangrattato, uva passa e pinoli.

 

INGREDIENTI

Per 4 persone

1 kg di sarde freschissime

150 g di pangrattato

50 g di pecorino romano grattugiato

2 acciughe sott’olio

2 limoni non trattati

30 g di pinoli

30 g di uvetta

1 ciuffo di prezzemolo

foglie di alloro

zucchero

olio extravergine di oliva

sale e pepe

 

PREPARAZIONE

Scaldate 2 cucchiai d’olio in un padellino antiaderente e stemperatevi le acciughe ben sgocciolate dall’olio, mescolando con un cucchiaio di legno. Mettete a bagno l’uvetta in una ciotola con acqua tiepida per una decina di minuti, poi sgocciolatela e strizzatela. Grattugiate la scorza di 1 limone, spremetelo e filtrate il succo; tagliate a fettine molto sottili quello rimasto. Pulite e ricavate le foglie di prezzemolo e tritatele.

Scaldate in un’ampia padella antiaderente 2 cucchiai d’olio, unite il pangrattato e tostatelo per un paio di minuti, mescolando in continuazione, finché sarà dorato poi lasciate raffreddare. Tenetene da parte 1 cucchiaio, versate il resto in una ciotola e unite l’uvetta, le acciughe, i pinoli, il prezzemolo tritato, la scorza di limone grattugiata, il pecorino e abbondante pepe, poi mescolate bene il composto. Squamate le sarde, eliminate le interiora e privatele di testa e lisca, lasciando intatta la codina. Apritele a libro, sciacquatele e mettetele ad asciugare su fogli di carta assorbente da cucina sovrapposti.

Distribuite sulle sarde il composto ottenuto, arrotolatele e fissatele con uno stecchino di legno. Trasferitele in una teglia foderata con un foglio di carta da forno bagnato e strizzato, alternandole con fettine di limone e foglie di alloro. Irroratele con il succo di limone, spolverizzatele con un velo di zucchero, il pangrattato rimasto, 1 pizzico di sale e un’abbondante macinata di pepe. Cuocete le sarde a beccafico in forno già caldo a 200°C per circa 15 minuti, poi servite.

Esiste la versione fritta della stessa ricetta, nella fase finale infatti la sarda va infarinata e passata nelle uova sbattute, pressata bene e poi fritta in abbondante olio caldo.